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Ha avuto grande rilevanza mediatica la sentenza del 16 settembre scorso pronunciata dalla Giudice del Sezione del Lavoro presso il Tribunale di Torino.

Ha avuto grande rilevanza mediatica la sentenza del 16 settembre scorso pronunciata dalla Giudice del Sezione del Lavoro presso il Tribunale di Torino.

Il procedimento ha visto la parte ricorrente presentare ricorso per impugnare alcuni avvisi di addebiti e chiedere l’annullamento dei provvedimenti opposti. Dopo un’attenta valutazione, la giudice del Tribunale ha integralmente rigettato le richieste della parte ricorrente, rilevando che tutte le doglianze presentate in giudizio sono risultate «espresse, per altro, in termini del tutto astratti, privi di connessione con gli specifici titoli impugnati e che, pertanto, risultano in larga parte inconferenti»motivando puntualmente nel merito le ragioni del diniego.

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AI Act, diritto e contaminazione dei saperi: la visione di Oreste Pollicino, di Manuela Ronchi, Dr Podcast Audio Factory, 02 Ottobre 2025

In questo episodio di Alla Manu – Storie di Comunicazione, Manuela Ronchi incontra Oreste Pollicino: Professore di Diritto costituzionale e Regolazione AI presso l’Università Bocconi, attivamente coinvolto in attività istituzionali a supporto di organismi nazionali, europei e internazionali, è membro della Orbits Academy. Con lui esploriamo il rapporto tra diritto, società e imprese di fronte all’intelligenza artificiale, insieme all’importanza della contaminazione tra saperi: l’AI Act rappresenta la sfida europea per trasformare la complessità dell’AI in un’opportunità condivisa, tra co-regolamentazione, chiarezza del linguaggio e certezza del diritto. L’AI è come una Ferrari: potentissima, ma da guidare con responsabilità e sicurezza, con l’essere umano al centro.

Diritto d’accesso con tutela più ampia

Sull’utilizzo dei dati da parte di Meta e sulle possibilità di accedere alle informazioni del Comitato europeo per la protezione dei dati investito di una contestazione è intervenuto il Tribunale Ue che, con la sentenza nella causa T-183/23, ha delineato i contorni dell’applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea nelle decisioni adottate dal Comitato. Con tale pronuncia, i giudici Ue hanno ampliato, proprio grazie alla Carta, il diritto individuale di accedere al fascicolo al centro di una questione sul trattamento dei dati nella competenza del Comitato europeo anche quando l’interessato non corra il rischio di subire un pregiudizio perché ciò che va assicurato è l’attuazione effettiva del diritto alla buona amministrazione.

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