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Nell’intervista a Sky TG24, il professor Oreste Pollicino ha analizzato le implicazioni dell’accordo fra OpenAI, Nvidia e Apple. Secondo il docente, questa alleanza segna un passaggio cruciale nell’evoluzione del mercato dell’intelligenza artificiale: pochi grandi attori tendono a consolidare posizioni dominanti, rafforzando dinamiche di concentrazione che rischiano di soffocare l’innovazione diffusa e il pluralismo tecnologico.

Pollicino evidenzia come questa strategia industriale si ponga in potenziale conflitto con la visione regolatoria dell’Unione Europea. L’UE, con l’AI Act e altre normative in via di attuazione, punta a bilanciare sviluppo e tutela dei diritti fondamentali, imponendo obblighi di trasparenza, accountability e controllo indipendente sui modelli di IA.

Il pericolo, spiega, è che alleanze di tale portata possano aggirare o neutralizzare il quadro europeo, limitando la capacità delle istituzioni di garantire concorrenza leale e tutela dei cittadini. Da qui l’urgenza di una governance tecnologica che sia trasparente, neutrale e realmente capace di monitorare i processi decisionali automatizzati.

L’Europa, conclude Pollicino, ha l’opportunità di porsi come attore normativo forte, capace di fissare standard elevati in materia di privacy, responsabilità e interoperabilità. Solo così l’intelligenza artificiale potrà svilupparsi come strumento di progresso collettivo, evitando di trasformarsi in un meccanismo di concentrazione economica e di rischio sistemico.

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In questo episodio di Alla Manu – Storie di Comunicazione, Manuela Ronchi incontra Oreste Pollicino: Professore di Diritto costituzionale e Regolazione AI presso l’Università Bocconi, attivamente coinvolto in attività istituzionali a supporto di organismi nazionali, europei e internazionali, è membro della Orbits Academy. Con lui esploriamo il rapporto tra diritto, società e imprese di fronte all’intelligenza artificiale, insieme all’importanza della contaminazione tra saperi: l’AI Act rappresenta la sfida europea per trasformare la complessità dell’AI in un’opportunità condivisa, tra co-regolamentazione, chiarezza del linguaggio e certezza del diritto. L’AI è come una Ferrari: potentissima, ma da guidare con responsabilità e sicurezza, con l’essere umano al centro.

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