Ha avuto grande rilevanza mediatica la sentenza del 16 settembre scorso pronunciata dalla Giudice del Sezione del Lavoro presso il Tribunale di Torino.
Leggi l’articolo completo: https://www.dirittoegiustizia.it/#/documentDetail/12821274
Ha avuto grande rilevanza mediatica la sentenza del 16 settembre scorso pronunciata dalla Giudice del Sezione del Lavoro presso il Tribunale di Torino.
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In questo episodio di Alla Manu – Storie di Comunicazione, Manuela Ronchi incontra Oreste Pollicino: Professore di Diritto costituzionale e Regolazione AI presso l’Università Bocconi, attivamente coinvolto in attività istituzionali a supporto di organismi nazionali, europei e internazionali, è membro della Orbits Academy. Con lui esploriamo il rapporto tra diritto, società e imprese di fronte all’intelligenza artificiale, insieme all’importanza della contaminazione tra saperi: l’AI Act rappresenta la sfida europea per trasformare la complessità dell’AI in un’opportunità condivisa, tra co-regolamentazione, chiarezza del linguaggio e certezza del diritto. L’AI è come una Ferrari: potentissima, ma da guidare con responsabilità e sicurezza, con l’essere umano al centro.
Come si preparano gli avvocati alla seconda rivoluzione digitale. Basta l’algoritmo per far valere un diritto? Ne parliamo in diretta sul sito e sui social del Sole 24 Ore con Antonino La Lumia, presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano e con Oreste Pollicino, Professore di digital constitutionalism and AI, all’Università Bocconi di Milano.
La riforma si lega alla nuova legge 132/2025 e alle premesse dell’ultimo regolamento Ue, che potranno influire sulla giurisprudenza.
Il nuovo commento di Oreste Pollicino sull’Intelligenza Artificiale e i suoi sviluppi.
L’Italia è il primo Paese in UE ad approvare una legge sull’AI. Secondo gli esperti è un passo importante che per concretizzarsi deve attendere però i decreti attuativi.
Sull’utilizzo dei dati da parte di Meta e sulle possibilità di accedere alle informazioni del Comitato europeo per la protezione dei dati investito di una contestazione è intervenuto il Tribunale Ue che, con la sentenza nella causa T-183/23, ha delineato i contorni dell’applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea nelle decisioni adottate dal Comitato. Con tale pronuncia, i giudici Ue hanno ampliato, proprio grazie alla Carta, il diritto individuale di accedere al fascicolo al centro di una questione sul trattamento dei dati nella competenza del Comitato europeo anche quando l’interessato non corra il rischio di subire un pregiudizio perché ciò che va assicurato è l’attuazione effettiva del diritto alla buona amministrazione.
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